Ossìmoro o ossimòro (dal greco antico oxùs, furbo e moros, stupido). È una figura retorica che consiste nell'accostare nella medesima locuzione parole che esprimono concetti contrari. L'etimologia corrisponde al francese idiot savant. Si tratta di una forma particolare di paradosso, quindi, per il quale rimandiamo alla seguente definizione: "Che cosa siano i paradossi dipende dal periodo storico, ed è riflesso nei nomi con cui essi sono stati chiamati. Per i greci erano paralogismi (contro la logica), cioè puri e semplici errori di ragionamento. Per i medioevali divennero insolubilia, cioè problemi insolubili o dilemmi inspiegabili. Per i moderni sono stati antinomie (contro le regole) o, appunto, paradossi (contro l'opinione corrente), cioè indizi di problemi del senso comune" (Odifreddi, 1996). |
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"Nella
figura retorica chiamata ossimoro, si applica ad una parola un
aggettivo che sembra contraddirla; così gli gnostici parlavano di una
luce oscura; gli alchimisti di un sole nero” Jorge Luis Borges |
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